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Hohner Clavinet

Clavinet D6Il Clavinet della Honer è una tastiera a cinque ottave, da Fa a Fa, con tasti in plastica particolarmente resistenti al tocco; lo strumento è alimentato con una pila da nove volts alloggiata in un apposito sportellino, sulla sinistra della tastiera sono alloggiati i pochi controlli, volume e sei selettori a doppia posizione, quattro per impostare una timbrica gradualmente più aspra e gli ultimi due per selezionare gli accoppiamenti delle corde.

Il Clavinet è, in un certo senso, un incrocio tra una chitarra elettrica ed un clavicembalo amplificato: sotto ad ogni tasto è posizionata una corda, quando il tasto viene premuto, la corda viene messa a contatto con una specie di fret, che ne determina l'intonazione; la velocità con cui si esegue l'operazione fa sì che la corda vibri per tutta la sua lunghezza, dal fret al capotasto.

Questa vibrazione viene catturata da una serie di pick ups a sbarra, posizionati sotto le corde, dagli humbuckers passa ad un circuito di filtraggio (normal, medium, brilliant) e poi ad un circuito preamplificatore.

L'accordatura viene effettuata mediante una serie di piccole viti poste alla base di ogni corda. Data la scarsa lunghezza delle corde ed il loro spessore, l'operazione di accordatura non è delle più facili: soprattutto sui bassi dello strumento sopravvengono i problemi più grossi.

Proprio per la sua natura di suono amplificato e la sua generazione percussiva, il Clavinet tiene la ritmica in una maniera eccellente: musicisti come Stevie Wonder lo hanno dimostrato con successo in brani come Superstition o Higher Ground.

Ma lo strumento si presta a molte altre occasioni musicali: sul primo LP di Emerson Lake & Palmer, in un lungo pezzo intitolato Tank, il clavinet di Emerson dialoga all'unisono, con il basso di Lake; entrambi i suoni possiedono lo stesso potenziale ritmico, la stessa dinamica; non c'è uno scarto tra il "chitarrone" di Lake e la tastiera, tutto procede omogeneamente.

L'uso professionale dello strumento ha posto in luce le sue carenze dal punto di vista progettuale: il Clavinet ha un'uscita audio di livello molto basso, necessita quindi di volumi al massimo, con conseguente aumento del rumore di fondo e di interferenze radio sui magneti; non va dimenticato, infatti, che i pick ups non sono schermati, almeno nei modelli più vecchi.

Le interferenze radio sono fra le costanti che si verificano con più regolarità dal vivo; per ovviare a questo inconveniente molti musicisti hanno provveduto a schermare l'interno della cassa dello strumento con alluminio in fogli, o con carta stagnola.

Per quanto riguarda l'uscita audio bassa, il problema è più difficile da risolvere: le corde del Clavinet non vibrano molto, pertanto la corrente d'uscita degli humbuckers è molto bassa; come verrebbe in mente ad ogni chitarrista, la soluzione è nell'avvicinare i magneti alle corde.

Ci sono delle viti da regolare e l'operazione non è molto differente da quella effettuabile su di una chitarra elettrica solid body. Bisogna ricordare però che le corde sono spinte in basso al momento della vibrazione, pertanto la distanza minima tra magneti e corde deve essere aggiustata con una certa perizia.

 
 
Vintage electronics instruments
ARP 2600 • Sintetizzatore monofonico 1971
ARP OMNI • String Machine (tastiera violini) 1976
EMS VCS3 • Sintetizzatore monofonico 1970
HONER CLAVINET • Tastiera con generazione del suono a corde e pick up hambucking
ORGANO HAMMOND • Organo elettromagnetico 1934
MINIMOOG • Sintetizzatore monofonico 1971
POLYMOOG • Sintetizzatore polifonico 1975
MELLOTRON • Campionatore primordiale a nastri magnetici 1964
YAMAHA CP 70 ELECTRIC GRAND PIANO • Pianoforte acustico elettrificato da palco 1975