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  Computer music - tratto da : "SCIENTIFIC AMERICAN " , dec 1959"
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Computer music di Lejaren A. Hiller

Lejaren A. HillerSi può usare un calcolatore elettronico per comporre una sinfonia ?

Avendo io stesso collaborato alla elaborazione del programma che dà al calcolatore la possibilità di produrre composizioni musicali originali, sono in grado di affermare che la sola idea suscita incredulità e indignazione in molti settori.

Questa reazione riflette il giudizio che la tradizione romantici dà della musica come di una diretta comunicazione di emozioni tra il compositore e l'ascoltatore, ciò che Wagner esprimeva con le parole " da cuore a cuore ".

Riguardo a questa asserzione dobbiamo però ammettere che ancora non conosciamo sufficientemente bene l'aspetto soggettivo della comunicazione musicale da valutarlo nei suoi termini precisi.

L'apprezzamento di una musica comporta non solo esigenze e risposte di carattere psicologico ma anche significati introdotti nell'esperienza musicale che sono in riferimento al suo contesto culturale.

D'altro lato la musica ha il suo aspetto oggettivo; e possiamo definirlo come esistente nella partitura cosí com'è senza relazione col compositore né con l'ascoltatore. Le informazioni che vi sono contenute si riferiscono a delle entità quantitative come l'altezza e il tempo, che si possono sottoporre ad un'analisi di tipo razionale e matematico.

Recentemente l'acustica musicale ci ha rivelato molto di quanto vi è di matematico nella musica, studiando come si formano e si propagano le onde sonore, come vibrano le corde, le membrane e le colonne d'aria: come il timbro dipenda da una struttura complessa dell'onda, ha fornito delle misure per la frequenza e l'intensità dei suoni, ed ha messo in luce la razionalità delle scale musicali.

 
     
 
 
     
 

L'acustica riduce la definizione di suono musicale ad una risultante dell'ampiezza d'onda e del tempo.

Il solco di un disco contiene ad esempio solamente questa informazione e permette una ricostruzione attendibile del suono musicale originale. Ma l'acustica si occupa di elementi musicali isolati dal contesto e finora ci ha detto relativamente poco sul modo con cui questi elementi possono essere articolati in una composizione musicale.

I musicisti si sono serviti di vari sistemi non matematici per analizzare la struttura delle composizioni. Recentemente sono ricorsi ad una nuova branca della matematica applicata che va sotto il nome di teoria dell'informazione, allo scopo di studiare questo aspetto della comunicazione musicale.

La teoria dell'informazione mette in relazione il contenuto d'informazione di una sequenza di simboli (siano lettere dell'alfabeto o note musicali) col numero di possibili scelte tra i simboli stessi. Il contenuto d'informazione si avvicina cosí all'entropia, l'elemento cioè di disordine contenuto in un sistema fisico.

La sequenza piú casuale ha il più alto contenuto d'informazione; la meno casuale (o piú ridondante) il più basso. L'apparente paradosso di questa affermazione deriva dalla definizione che si dà della parola "informazione ", la quale, come ha osservato Warren Weaver, " non si riferisce tanto a quello che si dice, quanto a quello che si potrebbe dire " (cfr. " The Mathematics of Communication " by Warren Weaver; SCIEN. AMER., luglio 1949).

In questo senso la parola " informazione ", non equivale a " significato ", e la teoria dell'informazione si occupa piú dell'attendibilità dei sistemi di comunicazione che dei problemi del significato.

Si può cosí dire che la ricerca che si attua nel campo della comunicazione viene confrontato con il problema dualistico di forma e significato che lo studio della comunicazione musicale si trova a dover affrontare.

Weaver ci induce a credere che la teoria dell'informazione ha spianato la via verso "una reale teoria della significazione ".

 
 
 
     
 
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