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Effetti per chitarra

Con il nome "effetto" contraddistinguiamo tutti i dispositivi che servono a modificare in vario modo il suono naturale della chitarra elettrica.

Molti li chiamano comunemente "pedali", ma questa definizione non è esatta. Infatti, anche se molti di essi sono effettivamente comandati da un pedale, o quanto meno sono studiati per essere poggiati sul pavimento, altrettanti nascono per essere applicati alla chitarra, per essere appoggiati sull'amplificatore o sistemati in rack.

Non è difficile capire il motivo più importante che portò alla nascita dei primi effetti elettronici: fu come al solito un felice incontro tra le comuni esigenze di molti musicisti, alla continua ricerca di suoni originali e la naturale propensione dell'industria alla ricerca di sempre nuovi spazi di mercato.

 

In effetti, da una chitarra elettrica e da un amplificatore, per quanto perfezionati siano, non si può ottenere una infinita varietà di timbri; d'altra parte si potrà obbiettare che nessuno si è mai lamentato perché il violino, ad esempio, o anche il pianoforte, hanno sempre conservato il loro inconfondibile suono nei secoli.

La spiegazione di queste esigenze di rinnovamento va ricercata nel fatto che la chitarra elettrica è uno strumento tipico di quella che possiamo veramente definire la musica "moderna", la quale ha insita la caratteristica di essere in continua evoluzione.

Con l'andar del tempo, però, si è esagerato, confondendo il naturale progredire dei generi musicali e delle capacità espressive con la frenetica esigenza di novità indotta dai costruttori al solo scopo di incrementare le vendite.

In altre parole, adesso non sono più i musicisti a decidere che tipo di suoni vogliono ottenere, ma è l'industria a creare aprioristicamente apparecchi di cui nessuno sente il bisogno, ma che poi tutti sono costretti a comprare per seguire una moda che magari è destinata a durare solo pochi mesi.

Pedale volume

Pedale volumell pedale del volume detto anche erroneamente "pedale d'espressione", è uno dei primi accessori per strumenti elettrici ad essere stato commercializzato.

Non si può considerarlo un vero e proprio "effetto elettronico", in quanto si tratta di un semplice potenziometro uguale a quello che controlla il volume sulla chitarra, ma con comando a terra a pedale.

I tipi più diffusi sono "passivi", e cioè non alimentati da corrente elettrica.

Tremolo e vibrato

Il tremolo dà un suono intermittente mediante l'alternasi di segnale e assenza di segnale, come se si girasse avanti e indietro la manopola del volume.

Invece il vibrato genera cambiamenti di frequenza sul suono. I controlli sono gli stessi per tutti e due gli effetti: intensità, che varia l'ampiezza delle variazioni, e velocità, che ne modifica la frequenza.

Il tremolo è stato uno dei primi effetti ad essere applicato alla chitarra elettrica, e caratterizza tutta un'epoca musicale, a cavallo tra gli anni '50 e i primi '60.

Da ricordare Hank B. Marvin degli Shadows, in "F.B.I.".

Distorsore

DistorsoreProbabilmente il primo ad usare questo apparecchio è stato Jeff Beck nel brano "Heart full of soul" verso la metà degli anni '60, quando suonava con gli Yardbirds.

In quel periodo altri grandi chitarristi dello stesso genere musicale iniziarono ad adottarlo, ed i commenti del pubblico non furono inizialmente tra i più lusinghieri.

II distorsore ha invece ottenuto un enorme successo ed oggi è diventato un elemento indispensabile per creare il sound tipico della musica attuale.

Il distorsore, modificando la forma d'onda emessa dal magnete produce un segnale ad onda quadra in opposizione ad un altro che è sinusoidale con il risultato di dare un suono distorto e più sostenuto, simile a quello ricavato saturando l'amplificatore, cosa che solitamente si ottiene suonando al massimo del volume.

Il vantaggio, usando il distorsore, è che si può avere questo effetto anche a bassissimo volume; la quantità di distorsione è regolabile con un apposito comando a potenziometro, fino a raggiungere livelli assolutamente non ottenibili con la saturazione di un amplificatore.

Un elemento importante del distorsore è il grado di "saturazione" del suo stadio preamplificatore, che, oltre a determinare ulteriore distorsione, è responsabile del prolungamento del suono (sustain).

In commercio ne esistono svariati tipi, per lo più alimentati a batteria e in contenitori da pavimento adatti a essere manovrati con il piede, o in piccoli contenitori che si infilano nella presa Jack della chitarra e vengono regolati con la mano destra.

I controlli sono generalmente pochi ed essenziali: un deviatore (che nei modelli da pavimento, essendo azionato con il piede, deve essere particolarmente robusto) avente lo scopo di escludere l'effetto qualora serva il suono "pulito", un potenziometro che regola il grado di distorsione (distortion o blend) ed uno per il volume di uscita del segnale.

In quasi tutti i modelli, tranne quelli dotati di interruttore manuale, l'esclusione della batteria avviene automaticamente quando si estraggono i jack dell'apparecchio.

Il distorsore pub essere usato per modulare qualunque segnale, ma nella pratica attuale trova più frequente applicazione con la chitarra ed il basso elettrici.

Tra gli artisti che usarono per primi il distorsore con successo, ricordiamo i Rolling Stones nella mitica "Satisfaction", (un brano uscito nel 1965..)

Wha-wha

Il Wah-Wah, dopo il distorsore, è l'effetto più comunemente usato sulla chitarra elettrica, la cui nascita risale ai tempi del beat.

E' costituito da un pedale che opportunamente sollevato ed abbassato provoca variazioni di tono del segnale di ingresso, conferendogli il cosiddetto "effetto pianto".Wha wha Cry Baby

Costruttivamente un po' più complesso del distorsore, il wha-wha produce un rapido cambiamento di tono tra acuti e bassi, come se si girassero contemporaneamente due manopole: quella dei bassi dal massimo al minimo e quella degli acuti dal minimo al massimo, e viceversa; l'intersecarsi continuo di queste variazioni ci permette di ottenere il tipico suono che dà il nome all'effetto.

Alcuni conoscono il wha-wha (pron. ua-ua) con il nome di "crybaby" (divenuto anche un marchio di fabbrica), proprio perché questo "ua-ua" ricorda il pianto di un bambino.

Tutti i wha-wha hanno Io stesso tipo di funzionamento: si agisce su un pedale comandato dal piede; spingendo completamente in avanti il pedale, si arriva a far scattare il deviatore di esclusione.

Qualche chitarrista inserisce il wha-wha senza usarlo con il piede, ma solo per ottenere timbriche differenti.

E' molto indicato per organo, chitarra e strumenti a fiato elettrificati.

Nonostante il wha-wha sia stato reso universalmente famoso ed amato da Jimi Hendrix, (nota tra le altre "Still Raining, Still Dreaming" da "Electric Ladyland" l'effetto era già stato usato con successo da altri grandi chitarristi, quali Jeff Beck "My Girl Sloopy", con gli Yardbirds ed Eric Clapton "Tales of Brave Ulysses", ad esempio dal LP "Disraeli Gears").

Wha-wha automatico

ll wha-wha automatico - chiamato anche "touch-wha", è' la versione automatica del tradizionale wha-wha: in questo caso, la variazione tra acuti e bassi è comandata dalla forza e dalla intensità delle pennate che il suonatore dà sulla corde.

Un simile dispositivo è stato molto utile ai tanti musicisti che non hanno mai imparato ad usare bene il normale wha-wha.
Particolarmente indicato per l'esecuzione di pezzi "funky": al proposito si ascolti il noto "Shaft" di Isaac Hayes.

Treble & Bass Boosters
Treble & Bass Boosters in italiano, esaltatori di acuti o di bassi.

Semplice dispositivi, alimentati a pila, che incrementano notevolmente le frequenze alte (o basse), di solito azionati da interruttori a slitta o a levetta.

Molto in auge verso la fine degli anni '60, i boosters sono oggi caduti in disuso; solitamente, anziché come pedali si presentano come "scatolette" che si applicano direttamente al jack della chitarra, quando non siano addirittura inserite all'interno dello strumento stesso.

Ricordiamo l'uso del treble booster in "Feel so Good da "Live Taste" di Rory Gallagher.

Eco

L'effetto eco (echo) è un dispositivo realizzato mediante l'impiego di circuiti elettronici (eco elettronico) in passato si usava un registratore magnetico (eco a nastro, a tamburo, ecc.)

Eco a nastro BinsonIl più comune eco degli anni passati è un registratore-riproduttore con alcune testine di ascolto disposte in successione, per ottenere un effetto di ripetizione del suono, il cui ritardo è regolabile mediante l'introduzione e l'esclusione delle testine stesse e può essere ridotto sino ad ottenere un effetto di solo alone.

I contenitori ed i controlli sono di innumerevoli tipi e migliorano qualitativamente con l'aumentare del prezzo. L'eco, espressamente creato per le voci, è impiegato però per gli usi più disparati, risultando gradevole con quasi tutti gli strumenti per la sua enorme versatilità. In alcuni modelli è disponibile un commutatore a pedale per l'esclusione ed inclusione a distanza dell'effetto.

L'eco più che di un vero e proprio effetto per chitarra, , possiamo dire che in questo caso si tratta di un adattamento di un dispositivo che già esisteva per essere usato con l'impianto voci. Nella sua forma più semplice, consisteva in un registratore che ha una o più testine di lettura poste immediatamente dopo quella di registrazione; il segnale viene quindi inciso su un nastro magnetico chiuso ad anello, e riprodotto dopo pochi istanti una, due o più volte.

E' possibile regolare sia il volume delle note ripetute, sia la frequenza della ripetizione, sia la timbrica. Altre, anche sofisticate regolazioni sono presenti negli apparecchi più perfezionati.

In alcuni casi si è preferito sostituire il nastro con un rullo ricoperto di materiale magnetico, vista la tendenza del nastro a rompersi e a perdere le sue caratteristiche, oltre che per ridurre il forte rumore di fondo.

L'elettronica è entrata anche nel campo degli effetti eco, con dispositivi che dovrebbero garantire gli stessi risultati di quelli tradizionali, ma senza l'uso di parti meccaniche in movimento. Abbiamo detto "dovrebbero", perché in realtà nonostante gli eco elettronici siano apparecchiature sofisticatissime e molto costose, spesso con indicazioni digitali del ritardo, e altre innovazioni come quella (importante) di poter ottenere note ripetute con timbriche diverse da quella dell'originale, quando si tratta invece di compiere il lavoro di un qualunque primitivo eco a nastro falliscono miseramente.

Tra gli esempi più eclatanti e famosi di uso dell'eco, l'assolo di Brian May dei Queen in "Brighton Rock" (tratto da "Queen Live Killers"); le parti di chitarra di David Gilmour in "The Wall" dei Pink Floyd (specialmente in "Another Brick in the Wall pt. I").

Riverbero
Il riverbero crea una specie di alone che dà spazialità ai suoni. L'effetto ottenuto è simile a quello che si otterrebbe suonando in un locale grande vuoto, dove le onde sonore rimbalzano sulle pareti creando questo suono riflesso leggeremente in ritardo sulle note suonate.

A volte questo effetto è incorporato nell'amplificatore, e si può comandare l'inserzione o l'esclusione mediante un pedale esterno. Riverbero a molle

Nei primi tipi di riverberi, il funzionamento era meccanico: il segnale veniva sdoppiato, e mentre una parte andava direttamente agli altoparlanti, un'altra passava attraverso due o più molle contigue, le quali provocavano il tempo di ritardo del riverbero.

Attualmente i riverberi sono digitali, ed offrono varie regolazioni, tra cui il tempo di ritardo, e il miscelamento del suono originale con quello riverberato.

classe sull'uso del riverbero è offerto da Tony Iommi in "Planet Caravan" (da "Paranoid" dei Black Sabbath).

Preamplificatore
Il preamplificatore aumenta considerevolmente il segnale generato dal magnete, e serve ad ottenere:

a) maggior volume di uscita dall'amplificatore,
b) maggior facilità di saturazione dello stadio finale.

A volte il preamplificatore (alimentato a batteria) è incorporato nella chitarra.

Se si usano pick up a bassa impedenza il preamplificatore diventa obbligatorio, in quanto il segnale d'uscita del pick è di livello troppo basso per poter essere amplificato dall'ingresso di un normale amplificatore per strumenti.

Phaser
Il rotatore di fase (phasing o phaser) è un effetto elettronico che ottiene effetti simili a quelli ottenuti ascoltando due nastri identici ma leggermente fuori tempo tra di loro.

Il phaser, riproduce l'effetto Doppler, per cui un suono che si allontana da chi lo ascolta sembra di tonalità più bassa di quanto non sia in realtà; al contrario, un suono che si avvicina sembra più acuto (esempio classico è quello di una sirena su un' autovettura in movimento).

L'effetto del phaser si ottiene anche meccanicamente negli speciali amplificatori per organo elettronico conosciuti con il nome "Leslie".

I controlli normalmente presenti, oltre al commutatore a pedale per l'esclusione, sono la regolazione dell'angolo di sfasamento da 0° a 180° (controfase), la miscelazione fra il segnale originale e quello sfasato, la velocità di rotazione ed il volume di uscita del segnale.

Il phaser è molto usato con la voce, con la chitarra e con la batteria, quando questa è amplificata mediante microfoni.

Accanto alle versioni meno costose in contenitore da pavimento o da tavola, ne esistono anche di professionali, molto sofisticate, indicate per gli studi di registrazione, fornite in contenitori rack.

Per capire bene ciò che il phasing può offrire, meglio di qualsiasi descrizione vale l'ascolto di alcuni brani fondamentali: "Europa" di Carlos Santana, ad esempio, dal LP "Amigos" e l'intera facciata A dell'album "Captured Live" di Johnny Winter.

Chorus

Il chorus praticamente un phasing, ma con l'uscita stereofonica.

In questo modo le onde vengono alternativamente ripartite tra i due canali. Naturalmente, il risultato migliore si ottiene collegando il chorus a due amplificatori.

Flanger

Il flanger anche questo effetto si basa sullo sfasamento tra due segnali.

Per prima cosa, sdoppia l'emissione proveniente dalla chitarra; qui però, a differenza che nel phasing, uno dei due segnali rimane inalterato, come esce dallo strumento; l'altro, invece, subisce, con frequenza regolabile a piacere, continui ma lievissimi abbassamenti di tonalità, e viene trasmesso all'amplificatore con un ritardo infinitesimale rispetto al segnale "base".

Particolare curioso da notare è il fatto che il nome ricorda la maniera con cui i tecnici in sala di registrazione "costruivano" quest'effetto: avendo due nastri con la stessa musica incisa, frenavano la corsa di uno dei due semplicemente premendo con un dito sulla flangia (la struttura in inglese "flange" dove è avvolto il nastro).

Distinguere il flanger dal phasing diventa cosa difficile, a meno che non si sfruttino a dovere i controlli aggiuntivi che si trovano abitualmente in quasi tutti i modelli, come ad esempio il "color" che permette di variare a piacimento la timbrica della nota sfalsata. Ascoltate un variato uso del flanger in "Hibernation", dal disco "Double live Gonzo" di Ted Nugent.

Compressore

Il compressore usato principalmente in radiofonia, nelle sale di incisione e nei più sofisticati complessi hi-fi.

Agisce raccogliendo il segnale e contenendone l'ampiezza d'onda entro limiti predeterminati, attraverso il taglio dei picchi che superino eventualmente i limiti stessi, e innalzando il livello delle onde che ne restino troppo al di sotto.

Applicato alla chitarra, il compressore porta a questi risultati: data la pennata, la nota esce dopo un piccolo intervallo (attacco ritardato),e aumenta di volume in pochi decimi di secondo fino a raggiungere il suo massimo; la nota conserva poi questo "tetto" di volume per un tempo più lungo dell'usuale ("decay", o decadimento, ritardato).

Altra caratteristica dell'azione del compressore è quella di dare lo stesso volume sia che si percuota la corda con violenza, sia che la si sfiori leggermente. Il compressore viene impiegato sempre più frequentemente in versioni miniaturizzate inserite nel corpo della chitarra.

L'espansore ha un effetto contrario a quello del compressore. Concentrando tutta la potenza della nota in pochi istanti, dà un attacco rapidissimo e un altrettanto rapido decadimento. La sua forma più diffusa è quella di circuito inserito nella chitarra.

Equalizzatore grafico

L'equalizzatore grafico è un apparecchio di controllo multiplo dei toni. Equalizzatore

Consente di innalzare o abbassare il volume di una o più gamme d'onda rispetto alle altre.

Le bande di frequenza su cui si può intervenire ben raramente si estendono fino ai limiti dello spettro dell'udibile: di solito, la fascia di azione copre i bassi e i superacuti solo nei tipi più costosi.

Anche se qualche equalizzatore adotta normali controlli rotanti, la maggior parte utilizza invece dei cursori: la posizione centrale, contrassegnata da uno O, viene comunemente chiamata "flat".

Quando il cursore è regolato su questo punto della scala graduata, non si ha alcuna variazione rispetto ai toni originali.

Essendo gli equalizzatori dotati di circuiti attivi, spostando i cursori nelle posizioni contrassegnate dal segno positivo si ha un effettivo incremento delle frequenze selezionate, precisamente misurabile in dB di guadagno.

Ovviamente spostando il cursore verso il negativo, si ottiene un progressivo impoverimento.

Pochi modelli di chitarra hanno ('equalizzatore a cursori incorporato nella cassa: e qui, per ovvie ragioni di dimensioni, non si superano mai le 5-6 bande; i più sofisticati apparecchi inseribili in rack arrivano invece ad averne anche 30, ognuna delle quali, ovviamente, comprende una gamma di frequenza molto stretta.

 
Equalizzatore parametrico

Equalizzatore parametricoL'equalizzatore parametrico nella sua forma tipica dispone di due comandi: con il primo si individua la fascia di tonalità sulla quale si vuole intervenire; con il secondo si varia il guadagno della frequenza prescelta.

Visto che questo tipo di equalizzatore, per la sua compattezza, viene spesso montato all'interno delle chitarre stesse, i comandi anziché a cursore sono dei semplici potenziometri.

Guitar synth

Il guitar synth fa parte di una famiglia di costosissimi effetti ideati e realizzati per permette al chitarrista di usufruire degli stessi vantaggi che l'elettronica più avanzata aveva già offerto ai tastieristi.

Mediante innumerevoli controlli, che variano in ogni maniera possibile forme d'onda, frequenze, fasi e controfasi, il tutto eventualmente miscelato con suoni generati dallo stesso apparecchio, permette di replicare in modo più o meno fedele le sonorità di altri tipi di strumento, quali i fiati, le tastiere, le percussioni, ecc., o anche di creare timbriche del tuttoRoland GR300 Guitar Synth originali.

Il tutto, però, è più facile a dirsi che a farsi: innanzitutto perché, data l'enorme complessità dei sintetizzatori, prima di ottenerne una discreta padronanza occorre un periodo molto lungo di vero e proprio studio; poi perché, tutto sommato, una struttura "precisa" qual'è quella di tali dispositivi male si adatta ad uno strumento che per sua stessa natura altrettanto preciso non è: basta infatti variare la forza con cui si dà una pennata, oppure sfiorare anche leggermente un'altra corda, per rovinare una intera esecuzione con l'emissione di suoni indesiderati nei momenti meno opportuni.

Octaver - bi ottave

Il bi-ottave si tratta di un effetto che dà la possibilità di sdoppiare la nota.

Una delle due note, come al solito, è quella normale emessa dalla chitarra; l'altra, pur mantenendo la stessa tonalità, è su un'ottava diversa, solitamente più bassa.

Normalmente il comando è a pedale, con regolatore di volume della nota aggiunta. Il funzionamento, in tutti i tipi, è buono nella gamma media di frequenze, ma diventa confuso e aleatorio se ci si sposta su posizioni (e quindi su note) molto acute o molto basse.

Sustain

Il sustain effetto prolungatore di note. Progettato per dare alle note una durata indefinita, ma senza distorsione.

In realtà, con nessuno dei modelli in commercio si riescono ad avere note prolungate e pulite: solitamente si è costretti a tenere cosí alto il volume dell'effetto, da provocare contemporaneamente una sensibile distorsione.

Stereo Expander

Lo stereo expander di concezione semplicissima, possiede un'entrata e due uscite. Il segnale che giunge dalla chitarra viene mandato alternativamente all'una o all'altra uscita, con una sequenza variabile mediante un potenziometro.

Collegato a due amplificatori, provoca un effetto che ricorda vagamente la stereofonia.

Naturalmente l'alternanza non selettiva, ma meccanica, rende l'effetto poco realistico; meglio è collegare lo stereobox a due canali di uno stesso amplificatore, regolati in modo diverso l'uno dall'altro.

Talk box

Il talk-box è l'effetto che rende la chitarra "parlante".

Talk BoxIl funzionamento è semplice: mediante un tubo di gomma, il suono della chitarra proveniente dall'amplificatore viene convogliato direttamente nella bocca del chitarrista; questi, muovendo la bocca come per parlare, ma senza emettere fiato, può modulare i suoni che vengono poi captati dal microfono e diffusi dall'impianto voci. Senza quest'ultimo, ovviamente, è impossibile usare il talk-box.

Nella sua forma più semplice, questo effetto si inserisce tra cervello e altoparlanti dell'amplificatore; in altre versioni più complesse, è esso stesso un amplificatore miniaturizzato con relativo altoparlantino.

Molti ne hanno sperimentato con successo una versione casalinga, applicando all'altoparlante dell'amplificatore un imbuto collegato ad un tubo di gomma.

Magistrali esecuzioni con il talk-box sono quelle di Jeff Beck in "You shook me" (tratto dal bootleg di Beck, Bogert & Appice "Live at the Rainbow"), e di Peter Frampton in "Do you feel like we do" da "Frampton Comes Alive".

GIzmotron

Il GIzmotron è un dispositivo meccanico, e non elettronico. Si applica, immediatamente dietro al ponte, sulla cassa della chitarra. Premendo una corda, si aziona un minuscolo motore elettrico sull'asse del quale è calettata un'elica in materiale sintetico, che con le sue palette pizzica la corda stessa centinaia di volte al secondo; l'effetto è polifonico, e cioè funziona anche premendo più corde insieme.Gizmotron

L'orecchio umano non percepisce l'interruzione tra una "micropennata" e l'altra, e cosi il risultato è un suono continuo, come se si stesse usando un archetto. Se si premono più corde, componendo accordi, l'effetto acquista grande "spazialità", con timbriche che ricordano quelle dell'organo in una cattedrale.

L'effetto fu inventato e brevettato da Lol Creme e Kevin Godley, che hanno lasciato un ottimo esempio di come vada usato nel triplo album "Consequences".

Energy Bow

E-BowL'Energy Bow detto anche per brevità E-bow, in italiano potremmo chiamarlo "archetto ad energia".

E' un piccolo aggeggio di forma curva, che il musicista tiene in mano al posto del plettro; semplicemente accostandolo alle corde (una sola per volta), automaticamente I'E-bow crea un campo magnetico pulsante che mette in vibrazione la corda, e la mantiene in movimento fino a quando non lo si allontana.

Con un po' di pratica, si riescono ad ottenere molti interessanti effetti: sustain di durata indefinita, suoni identici a quelli del violino con l'archetto, salti di ottava della nota suonata, suono del clarinetto. L'E-bow è ovviamente alimentato a pila.

Modificatori d'inviluppo
I modificatori d'invIluppo danno la possibilità di alterare il tempo di salita o di discesa del suono realizzando così delle sonorità molto particolari e utilizzate normalmente in maniera sperimentale.
Noise gate

Il noise-gate in italiano, eliminatore di rumori.

Non è un effetto che, come tutti gli altri, è addetto alla modificazione dei suoni; si tratta invece di un dispositivo che serve a cancellare qualunque rumore, ronzio, soffio o altro che sia presente nel segnale proveniente dalla chitarra elettrica. Noise gate

Il suo uso è particolarmente raccomandato nel caso che si impieghino attaccati alla chitarra numerosi pedali o altri effetti, che sono, lo si tenga sempre presente, fonte di ogni sorta di disturbi.

Usando il noise-gate, che si inserisce con il solito deviatore a pedale, nei momenti in cui non si suona il risultato è eccellente, e vengono eliminati tutti i rumori possibili ed immaginabili.

E' però solo nei momenti di stasi che il noise-gate fa sentire la sua azione, visto che appena si emette anche una sola nota l'effetto di cancellazione non agisce più, e i rumori continuano a non sentirsi solo perché coperti dal suono. Oltre a questa caratteristica non del tutto positiva, il noise-gate ha comunque un difetto ben più grave: il "centro selettivo" fa spesso confusione tra disturbi e musica.

Ad esempio, poniamo di tenere una nota prolungata per molto tempo: quando il volume è lentamente sceso a un livello molto basso, ma ancora chiaramente udibile, scatta il noise-gate, e la nota stessa ha bruscamente termine.

E anche, usando il distorsore o il phasing o altri pedali, il decadimento dell'effetto non è graduale ma avviene di colpo. Tutti i tipi di noise-gate hanno, oltre quella jack normale, anche un'altra uscita per inviare il segnale direttamente a consolles di registrazione o di amplificazione.