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Tecniche di sintesi del suono digitali ( Computer Music )
 
 
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SINTESI ADDITIVA

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SINTESI ADDITIVA

La sintesi additiva è forse il metodo di sintesi più noto nella computer music, in quanto è stato il primo ad essere utilizzato estensivamente non solo nella ricerca, ma anche nella composizione musicale.

Tra i musicisti della computer music storica ci sono sostenitori (come il compositore francese Yannis Xenakis) e denigratori della sintesi additiva.

In ogni caso la sintesi addittiva è legata più di ogni altra allo sviluppo delle tecnologie digitali, in quanto è stato possibile sperimentarla praticamente soltanto con l'avvento dei computer.

Prima che gli elaboratori fossero disponibili si riteneva che la sintesi additiva sarebbe stato il metodo con cui ricreare qualsiasi suono con precisione totale.

Questa asserzione era basata sull'applicazione del teorema di Fourier, secondo cui un suono qualsiasi può essere scomposto in una serie infinita di frequenze armoniche elementari, sinusoidi e cosinusoidi di ampiezza definita.

Sommando le frequenze delle armoniche secondo criteri noti dall'analisi e assegnando ad ogni componente la propria ampiezza è possibile ricostruire qualsiasi fenomeno sonoro, così come è possibile costruirne dei nuovi.

Come possiamo comprendere, da quanto descritto sopra, questo metodo richiede una grande quantità di calcolo, poiché per approssimare un suono conosciuto con sufficiente chiarezza occorre sommare una grande quantità di armoniche.

Anzi, la sintesi additiva ideale avrebbe bisogno di un numero di parametri, per descriverla, infinito.

Per questo la sintesi additiva è stato un metodo particolarmente utilizzato nella sintesi in tempo differito, con la possibilità cioè di disporre di tutto il potenziale di calcolo per compiere le operazioni di somma di tutte le armoniche.

Non solo; si è presto verificato che se la sintesi additiva poteva egregiamente riprodurre qualsiasi suono, in questo realizzando pienamente le aspettative degli scienziati che si richiamavano a Fourier, tuttavia il suono non si ripete identicamente per tutta la sua durata, ma è soggetto a numerose variazioni, che ne cambiano appunto la timbrica.

Basti pensare alla grande varietà di sfumature che può assumere ad esempio il suono di uno strumento a fiato, durante la sua emissione.

Prima fra tutte la variazione di intensità, per la quale è necessario che non solo le armoniche, ma anche la funzione risultante abbia un determinato inviluppo di ampiezza, le cui caratteristiche sono fondamentali nell'imitazione dei suoni strumentali.

Il calcolatore deve quindi garantire anche tutte queste ulteriori informazioni. Tuttavia, poiché la sintesi additiva è l'unico vero metodo deterministico che permette di costruire i suoni con assoluta precisione, la ricerca si è andata sempre più concentrando sulle forme di approssimazione più soddisfacenti di questa tecnica, in gran parte basandosi su test psicoacustici.

Per quanto riguarda la sintesi in tempo reale, che maggiormente interessa le industrie di strumenti musicali, è quest'ultima la direzione verso cui ci si continua a muovere.


 
 
 
 
   
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